L'invito (Italian Edition) by Ware Ruth

L'invito (Italian Edition) by Ware Ruth

autore:Ware Ruth [Ruth, Ware]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Corbaccio
pubblicato: 2015-06-10T22:00:00+00:00


20

Nina si addormentò quasi all’istante e si mise a russare, abbandonata sul letto come un grosso insetto dalle lunghe zampe.

Nonostante desiderassi tanto dormire anch’io, continuavo a stare sveglia, ripensando alla serata e allo strano gruppo di persone che Clare aveva riunito intorno a sé nel weekend. La voglia di andarmene era così forte da farmi male. Volevo essere a casa mia, nel mio letto, con le mie cose, nella pace assoluta della mia stanza. E invece me ne stavo lì a contare le ore e ad ascoltare il respiro di Nina, il silenzio della casa e della foresta più in là.

Non era un silenzio completo, tuttavia. Mentre mi assopivo udii un cigolio sommesso e poi un bang: non un rumore molto forte, più che altro sembrava una porta sbattuta dal vento.

Ero già nella prima fase del sonno quando lo udii di nuovo, un lungo, lento gniiikkkk seguito da un clac intermittente.

La stranezza era che pareva provenire dall’interno della casa.

Mi rizzai a sedere trattenendo il fiato, cercando di distinguere il rumore al di sopra del ronfare di Nina.

Gniiikkkk... clac!

Stavolta non avevo dubbi: anziché venire da fuori, il rumore fluttuava su dalla tromba delle scale. Mi alzai e, afferrata la vestaglia, mi diressi in punta di piedi verso la porta.

Quando la aprii, fui lì lì per cacciare un urlo: in piedi sul pianerottolo c’era una specie di fantasma.

Non urlai, ma probabilmente emisi un verso soffocato perché la figura si girò e si portò un dito alle labbra. Era Flo, con indosso una camicia da notte bianca a fiori rosa, il viso sbiancato dal chiarore della luna.

«Lo hai sentito anche tu?» sussurrai.

Annuì.

«Sì, ho pensato che potesse essere un cancello in giardino, ma non è così: è dentro la casa.»

Udimmo un cigolio alle nostre spalle e ci girammo entrambe, ritrovandoci davanti Clare che usciva dalla sua camera e si strofinava gli occhi.

«Che è successo?»

«Shh», bisbigliò Flo. «C’è qualcosa di sotto. Ascolta.»

Restammo tutte in silenzio.

Gniiiikkkk... clac!

«È solo una porta sbattuta dal vento», disse Clare, sbadigliando. Flo scosse la testa con forza.

«È dentro la casa. Quale vento può mai esserci, in casa? Qualcuno deve aver lasciato una porta aperta.»

«Impossibile», rispose Clare. «Le ho controllate tutte.»

Flo si portò le mani alla gola e parve tutto a un tratto spaventatissima. «Dobbiamo andare di sotto, vero?»

«Svegliamo Tom», fu la proposta di Clare. «Lui è alto e incute timore.»

Entrata in punta di piedi nella sua camera da letto, la sentii scuoterlo: «Tom! Tom! Ci sono dei rumori in casa».

Dopo un po’ comparve anche lui sulla soglia, pallido e con lo sguardo annebbiato, al che strisciammo tutti silenziosamente giù per le scale.

C’era una porta aperta, lo capimmo non appena arrivammo al piano terra. L’aria era gelata e lungo il corridoio tirava uno spiffero proveniente dalla cucina. Flo si girò verso di noi, pallidissima.

«Io vado a prendere il fucile», sussurrò a voce talmente bassa che non riuscii quasi a sentirla.

«Ma non avevi detto», sussurrò di rimando Clare, «che era caricato a salve?»

«Sì che lo è», ribatté Flo, nervosa. «Ma lui non può saperlo, ti pare?»

Indicò con un brusco cenno del capo la porta del soggiorno.



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